sabato 6 agosto 2016

Brasile, anno 1811: ricompensa per la cattura di uno schiavo fuggiasco.

Giornale “Gazeta" di Rio de Janeiro

Edizione del 23 novembre 1811

Nella sezione Avisos, 
dopo un decreto governativo 
e prima della relazione delle navi in entrata e uscita:

"Negro Antonio, di etnia rebolo,
statura normale,
con un dente dell'arcata superiore rotto 
e con una cicatrice di una coltellata sulla schiena,
fuggì il 3 ottobre scorso al suo proprietario Manoel Felisardo Carvalho Almeida
Si chiede, con cortesia e rispetto a qualsiasi perona ne abbia notizia
che lo faccia catturare e consegnare a Francisco Pereira de Mesquita
che risiede in via Dos Pescadores n. 2
il quale rimborserà tutte le spese ecc."

in quest'epoca anche se già esistevano africani neri liberi in Brasile,
'negro' era sinonimo di schiavo.

Rebolo era una definizione data agli schiavi provenienti dal nord dell'Angola,
dalle terre bagnate dal fiume Kwanza.

La finale 'ecc.' si riferisce alla ricompensa dovuta per legge
a chi riconsegnava uno schiavo fuggiasco. 
 

venerdì 5 agosto 2016

Brasile 1811: la quotidianità della schiavitù.


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione del dodici novembre 1811

Relazione delle navi arrivate:

"il 26 (ottobre scorso) da Costa da MIna, 
il brigantino Victoria, capitano José DIas, 
36 giorni di viaggio,
carico: 428 prigionieri (ne morirono 11) 
e alcune stoffe della stessa Costa, 
armatore José da Siqueira Lima. * "

'Costa da MIna' era la costa africana 
grosso modo corrispondente all'attuale Ghana, 
dove si trovava il castello di São Jorge da Mina, 
centro del traffico degli schiavi 
di quasi tutto il golfo di Guinea.

e nella sezione Avisos:

"Chi desideri comprare una schiava 'ladina', 
di etnia Gegé,
lavandaia e cuoca, 
si rivolga a Paulino da Silva Lisboa 
che abita al secondo piano 
della casa del primo capitano Antonio José de Freitas, 
[presso] le porte del Carmelo* ".

'Ladina' come già detto, era una schiava nata in Africa,
ma integrata 
e che soprattutto capiva e parlava portoghese 

Gegé (in realtà Jéjé) era la denominazione africana 
data alle varie nazioni che abitavano l'attuale Dahomey.
In realtà tale parola significa 'straniero', 
non si tratta quindi di una nazione specifica.
Attualmente il 'candomblé Jejé
definisce uno specifico segmento 
della religione afrobrasiliana denominata candomblé

mercoledì 3 agosto 2016

Brasile anno 1811: annunci di compravendita di schiavi

Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione del Primo novembre 1811

Sezione Avisos


"Vendesi uno schiavo creolo, giovane,
calzolaio e barbiere,
e che se la cava in cucina.
Chi lo voglia comprare, 
si rivolga alla sede della Gazeta 
dove gli si dirà chi lo vende e per quale motivo*."

Quanto valeva uno schiavo?
Parecchio!
Anche se ogni paaragone risulta difficile e incompleto,
uno schiavo, verso il 1850,
poteva valere anche l'equivalente a un chilo d'oro.
Era comunque un enorme capitale.
Nei vari libri e lavori accademici si trovano tutti i tipi di paragoni,
da quante capre a quanti sacchi di caffé,
il che, mi sembra, non fa che perpetrare
la disumanità della schiavitù.  

martedì 2 agosto 2016

Brasile 1811: commercio di schiavi


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil


Edizione del 25 ottobre 1811 


nella sezione "Relazione delle navi all'attracco"



"Il 20 [ottobre scorso] dall'Isola di Santo Thomé
è arrivata la goletta "Maria da Boa Vista", 
capitano e corrispondente José Teixeira De Nobrega, 
78 giorni di viaggio, 
carico di 204 prigionieri, ne morirono 61, 
un passeggero di nome Izak, americano.
Questa nave ha attracato in questo porto 
per causa di forza maggiore 
per mancanza d'acqua, 
era diretta al Maranhão"*.

"Il 21 [ottobre scorso] dalla Costa da Mina, 
la goletta "Nova Fragantina", 
capitano Luiz Adão Motta, 46 giorni di viaggio, 
carico di 160 prigionieri, ne morirono 4,
proprietario Manoele Da Rocha Da Fonseca"*.

Per capire,
o meglio cercare di capire,
cosa significava questa traversata 
è necessario ricorrere alle immagini,
purtroppo terribili.

A questo link potete vedere un disegno dell'epoca.
A quest'altro link una ricostruzione in modello.

*da Biblioteca Nacional digital 

lunedì 1 agosto 2016

Brasile 1811: annuncio di affitto di schiava


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione il 4 0ttobre 1811

Sempre nella sezione Avisos

Tra l'annuncio di vendita di una carrozza inglese 
e la richiesta di una casa da affittare:

"Chi abbia una negra da latte da affittare 
si diriga all'Ufficio della Gazeta e gli si dirà chi la desidera."

Il verbo portoghese "alugar" usato in questo annuncio
può essere tradotto come "affittare" o "noleggiare".

L'acquisto o più spesso l'affitto/noleggio 
di una nutrice nera 
era molto comune 
anche da parte di chi di schiavi non ne aveva.

La storia, la cronaca e la letteratura brasiliana 
riportano numerosi casi di nutrici nere 
che riservavano il loro latte materno ai figli dei padroni.


domenica 31 luglio 2016

Brasile 1811 - annunci di vendita di schiavi.


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil

Edizione del 20 settembre 1811

Negli Avisos, dopo un annuncio con le novità librarie.

Vendesi una [schiava] creola di 16 a 17 anni di età, 
molto sana e robusta, 
buona ricamatrice di ogni qualità di ricami, 
con un figlio creolo di due mesi sano 
e la madre con molto latte.
Chi la voglia comprare si diriga all'ufficio della Gazeta.
Si vende solo perché ha partorito, 
fatto che è contrario ai costumi della casa.”*

Immorale era avere un figlio illegittimo,
vendere una persona 'schiava'
era invece normale.  

Ricordiamo che 'creola' definisce una persona 
nata in Brasile da genitori schiavi
e quindi nata schiava.
Gli schiavi 'creolos', tra l'altro,
valevano di più perché integrati.
Parlavano portoghese
ed essendo nati schiavi
non avevano 'inopportuni' ricordi della libertà anteriore.    

Non si sa ovviamente cosa sia successo,
né il vero motivo dell'espulsione della ragazza.
I figli di schiavi nascevano schiavi 
e quindi arricchivano i loro padroni.
In ogni caso, un figlio illegittimo, 
ha causato l'espulsione della ragazza dalla casa dove viveva.
Si specifica che si vende la schiava solo per questo motivo 
per evitare che il valore venale ne sia intaccato.

Ho tradotto 'cria' con 'figlio,
ma in realtà questa definizione è usata per gli animali,
e, attualamente, è usata per una persona 
solo per esprimere disprezzo.