giovedì 3 gennaio 2013

globalizzazione 2


sempre a proposito di globalizzazione
mi chiedo

cosa mi tocca più da vicino:
gli stupri in India,
la violenza in Timbuctù,
i massacri in Siria
o
il posteggiatore abusivo che mi estorce una moneta?
o la polizia che li tollera?
o l'idiota del sindaco che li legalizza?

sicuramente gli ultimi tre.

e cosa posso o devo fare io?

per le tragedie che avvengono a migliaia di chilometri da me,
probabilmente non posso far niente.
(in questi casi, da cattolico incallito, credo che una preghiera silenziosa
sia più efficace di una sottoscrizione pubblica)
o forse dovrei fare di più?

e per il resto?
come straniero ho delle gravi limitazioni nella mia possibilità di reazione civica.  
forse per questo esprimo qui il mio disappunto
(o forse solo mi lamento)
per essere oggetto (vittima?) di un sopruso banale,
stupido e insopportabile:
"non sopporto i posteggiatori abusivi e ritengo complici
i poteri pubblici che li permettono o addirittura li approvano"

Se le "grida spagnole" non risolvono una situazione
ciò non significa che la si debba accettare.

particolarismo idiota?
probabilmente sì.
ma dove mi posso situare io
persona normale (o quasi)
che vive una vita normale (o quasi)

ci devo pensare su...

colloquio tre

(il colloquio si è svolto in portoghese)

io: Prego
la signora: sono qui
io: voleva informazioni su cosa
la signora: non lo so, mi hanno detto di venire qui
io: scusi, chi ha detto?
la signora: ho ricevuto una lettera.
io: dal Consolato?
la signora: 
io: ha portato la lettera
la signora: no
io: ricorda cosa diceva?
la signora: no, era scritta in italiano.
io: Lei è cittadina italiana
la signora: sì, non lo so
io: ha un documento
la signora: solo la fotocopia della carta di identità
io: beh vediamo...
[fotocopia di carta di identità del 1995]
[controllo a video]
io: sì, Lei è cittadina italiana dal maggio scorso.
la signora: e adesso?
io: non saprei, voleva richiedere il passaporto?
la signora:ecco sì, sono qui per il passaporto.
io: ha prenotato?
la signora: non lo so.
[controllo a video]
io: sì, è prenotata per le 10 e 10, ha portato i documenti e le foto?
la signora: no
io: ha letto le istruzioni sul sito
la signora: no
io: ecco il foglio con le istruzioni in portoghese,
la signora: non sarà possibile farle il passaporto oggi,
quando deve partire?
la signora: per dove?
io: ha un viaggio programmato
la signora: no
io: beh allora dovrà prenotarsi di nuovo e poi tornare con i documenti e le foto
la signora: va bene.

[pure la signora riceverà il plico elettorale, anche se non immagino cosa ne farà...]

mercoledì 2 gennaio 2013

globalizzazione; sì o no?

di tanto leggere quello che dicono gli altri,
siano essi esperti o ritenuti tali,
mi è venuta voglia di dire pure la mia.
a chi interessi e chi la leggerà non lo so,
ma perlomeno l'ho scritto.

stasera, a casa, la nostra cena comprendeva:
vino cileno
sardine portoghesi,
con pelati italiani
e pasta italiana,
caffè brasiliano
(definizione molto generica, tanto quella usata qui in Brasile di "pane italiano")
fatto con moca italiana
bevuto in tazzine cinesi
con tovaglioli argentini
le posate sono cinesi
e devo avere dimenticato qualcosa...

non è certamente il km 0
dal punto di vista ecologico un vero disastro.

mi domando:
è giusto?
è corretto?
è davvero normale?

e anche:
mi devo sentire in colpa?

ma se tutte le economie forti vivono di esportazione,
se il made in Italy è quello che salva l'economia italiana,
perché dovrei essere contro?

ricordo, ormai vari anni fa,
in un servizio alla televisione francese,
giornalisti francesi attaccavano una giornalista cinese
con dati alla mano,
dimostrando che lo sfruttamento degli operai cinesi
era quasi una schiavitù.

alla fine, forse stanca,
la giornalista concluse:
"può essere vero, ma io so una cosa sola: in Cina non si muore più di fame".

 mah...
  

mercoledì 21 novembre 2012

colloquio due

dialogo sempre in portoghese:

lui - avete sbagliato il cognome di mia moglie sul passaporto.-

io - posso vedere?-

[controllo]

io - come determina la legge italiana, sua moglie è iscritta
con il cognome da nubile-

lui - ma non si chiama più così-

io - per l'Italia continua con lo stesso cognome-

lui - ma ho comprato il biglietto per gli Stati Uniti,
con il cognome da sposata.-

io - usi il passaporto brasiliano-

lui - con tutti i soldi che ho speso per avere un passaporto europeo,
devo usare il brasiliano, che assurdo.-

non soddisfatto ha voluto parlare con il Console...

Dimenticavo, anche questo cittadino voterà...    

colloquio uno

dialogo ovviamente in portoghese:

lei - il mio passaporto è scaduto, non so se devo farlo qui,
o alla Polizia Federale quello nuovo. -

io - sta parlando di passaporto italiano o brasiliano?-

lei - italiano.-

io - il passaporto italiano lo può rilasciare solo l'autorità italiana.
ma lei è iscritta in questo Consolato?-

lei - non lo so.-

io - mi dia un documento per controllare-

[prendo il documento e controllo]

io - lei è iscritta qui, ma irreperibile dal 2009-

lei - come?-

io - ha cambiato indirizzo e non ha avvisato il Consolato.-

lei - perché devo avvisare il Consolato?-

io - è la legge italiana: comunicare trasferimenti e cambiamenti di stato civile,
qui risulta che è nubile.-

lei - sono sposata da dieci anni e ho due figli.-

siccome la signora ha aggiornato i suoi dati, ad aprile riceverà il plico elettorale
per votare e eleggere deputati e senatori.

telefonata uno

il dialogo si è svolto in portoghese naturalmente:

lui - volevo sapere se posso chiedere 
il passaporto per mio figlio?-

io - ha già consegnato il certificato di nascita?-

lui - no. -

io - ma quanti anni ha?-

lui - compirà 18 anni tra due mesi.-

io - e perché non ha ancora consegnato il certificato di nascita?-

lui - non voglio che faccia il militare per l'Italia. -

io - il servizio militare in Italia è volontario. -

lui - sicuro?-

io - -

lui - mi avevano detto che potevano mandarlo in Afghanistan per tre anni. -

io zitto

lui - allora posso fare la cittadinanza di mio figlio, vuole studiare negli Stati Uniti.-

io zitto

lui - allora porto il certificato. -

io - quando vuole.

ognuno tiri le conclusioni che crede...
comunque il signore di cui sopra voterà alle prossime elezioni.

domenica 18 novembre 2012

constatazione tre

solo uno
dei circa quaranta naturalizzati
che hanno giurato fedeltà
alla Repubblica
ha saputo tradurre
senza aiuto
la frase del giuramento.

ma tutti voteranno alle prossime elezioni...

constatazione due

i giornali di Porto Alegre
pubblicati dal 1915 al 1920
citano nomi degli italiani
convocati dal governo italiano
per combattere
nella prima guerra mondiale.
Quindi:
- si sapeva che l'Italia era in guerra
- si sapeva che chi era italiano doveva presentarsi
alla chiamata alle armi.

constatazione 1

delle centinaia di persone ricevute
che richiedono
il riconoscimento della cittadinanza italiana
nessuna ha mai parlato in italiano
anche se alcune hanno dichiarato
di saperlo parlare.

venerdì 21 settembre 2012

porto alegre - brasile 21/09/12

dai giornali:

Il Governo Regionale libera credito per le imprese danneggiate dai temporali.

La polizia sequestra 95 kg di marijuana. Sui pacchi vi erano immagini di Bob Marley

Il Brasile riduce la disoccupazione del 20% in due anni (da 8,2 a 6,7)

Operaio muore in incidente sul lavoro

Sarà lanciata l'asta per l'appalto della nuova stazione dei pullman che entrerà in funzione prima della coppa del mondo del 2014
[a Porto Alegre non esiste una stazione ferroviaria]

Secondo dati del governo, solo il 46,5 dei brasiliani ha accesso a internet

Nuovo tentativo di incendio ad una scuola nel nord dello stato. E' il quinto caso in due mesi. Si pensa a rivalità tra gang scolastiche

diminuisce l'indice di analfabetismo in Brasile da 9,7 (2009) a 8,6 (2011). Si tratta di circa 13 milioni di persone, 90% dei quali ha più di 25 anni.    

    

giovedì 5 aprile 2012

All'Italia - parafrasi 2 stanza

vediamo ora la parafrasi della seconda stanza.
Seguiremo lo stesso schema utilizzato per la parafrasi della prima stanza e cioè:

testo poetico con indicazioni delle note
le note relative
la parafrasi completa
note aggiuntive


Voi(1) cui(2) Fortuna(3) à(4) posto (5) in mano il freno(6)
de le(7) belle contrade(8),
di che(9) nulla(10) pietà par(11) che vi stringa(12),
che fan(13) qui(14) tante pellegrine spade?(15)
perché 'l verde terreno(16)
del barbarico(17) sangue si depinga?(18)
Vano(19) error(20) vi lusinga(21):
poco vedete(22), et(23) parvi(24) veder molto(25),
ché (26) 'n(27) cor(28) venale(29) amor cercate o fede(30).
Qual(31) più gente possede(32),
colui(33) è più da'(34) suoi nemici avolto(35).
O(36) diluvio raccolto (37)
di che deserti strani(38),
per inondar(39) i nostri dolci campi!
Se da le proprie mani (40)
questo n'avene(41), or(42) chi fia(43) che ne scampi?(44)



1 Voi (Principi). Petrarca si rivolge ai vari signori e principi italiani.
2 ai quali (la preposizione a non è usata davanti a cui).
3 la sorte. Per i critici, attribuire alla Fortuna il potere dei signori significa sottolineare che fu il destino e non la loro virtù a dar loro tanto potere.
4 ha. l'uso di à (con l'accento) invece di ha (con h) era comune fino agli anni '50 del secolo scorso.
5 messo. Posto participio passato del verbo porre (mettere).
6 il freno sono le briglie del cavallo e quindi il governo.
7 nell'italiano attuale: delle.
8 Parola comune in italiano per 'posti', 'luoghi' (e anche quartieri della città).
9 delle quali [contrade].
10 nessuna pietà. L'uso di nulla come aggettivo non è raro in poesia.
11 pare, sembra.
12 vi preoccupi (da costringere).
13 che fanno (le elisioni sono ancora comunissime in italiano, soprattutto nel linguaggio parlato).
14 in Italia.
15 tante spade straniere (tanti soldati stranieri). Ricordiamo che la maggior parte dei soldati coinvolti nelle guerra era composta da mercenari tedeschi provenienti dall'attuale Baviera e Svizzera tedesca.
16 il verde terreno, cioè l'Italia. Era tradizione letteraria chiamare l'Italia: “il paese verde”. A partire dal secolo XIX, dopo la pubblicazione nel 1876 del libro "Il bel paese" di Antonio Stoppani, la tradizione letteraria (e non solo) iniziò ad usare questo termine per definire l'Italia.
17 sangue barbaro. I popoli tedeschi erano considerati i discendenti degli antichi germani, barbari (parola greca che significa 'straniero') contro i quali l'impero romano aveva combattuto per secoli.
18 si tinga, si colori (depingere è diventato dipingere nell'italiano attuale).
19 ingannevole.
20 errore (l'ennesima elisione).
21 vi attira, vi tenta.
22 vedete (capite) poco. La posposizione (mettere dopo) del verbo è usata (non solo in poesia peer enfatizzare l'oggetto, in questo caso poco.
23 di nuovo la congiunzione latina per e.
24 vi pare, vi sembra.
25 di vedere, di capire molto.
26 perché.
27 in (di nuovo l'apostrofo al posto della i).
28 cuore (cor e core sono ancora usati in italiano).
29 venale, (avido di denaro).
30 siete alla ricerca (o meglio: seguite) di un amore e di una fede venale. Da notare l'uso delle parole 'amore' e 'fede' per qualcosa di negativo, contrario, appunto, all'amore e alla fede. Secondo altri critici la frase va interpretata come un monito: non si possono cercare amore o fede, che fanno parte di un mondo spirituale, con un cuore occupato da preoccupazioni solo materiali. Di nuovo la posposizione del verbo per evidenziare, in questo caso, amore.
31 colui che.
32 poss-i-ede, ha, dispone (di più soldati).
33 egli è. (Colui è è comunque una frase normale anche nell'italiano attuale).
34 dai. Di nuovo l'apostrofo per 'i'.
35 av-v-olto, circondato. Si tratta di una constatazione. In quei tempi gli eserciti mercenari cambiavano spesso di lato in guerra o addirittura in battaglia dipendendo da chi pagasse di più o offrisse più vantaggi, come per esempio, il saccheggio.
36 questa o introduce il vocativo come in ' o Dio' (da cui deriva oddio!) che ha un significato di lamento.
37 si tratta di un diluvio (invasione, disastro) che si è andati a cercare (raccolto).
38 da chissà quali deserti stranieri. Da notare il contrasto tra diluvio (=acqua) che proviene da un deserto.
39 per inondar-e. Continua la metafora che paragona gli eserciti stranieri ad una alluvione.
40 se per mezzo delle nostre stesse mani (cioè per opera degli stessi italiani).
41 questo ne avviene. 'ne' cioè da questa situazione. Rimane più chiaro: ci succede questo (la guerra).
42 allora.
43 fia è il congiuntivo del verbo latino fieri (diventare, essere) e quindi sia, o meglio: chi sarà.
44 che possa (potrà) sfuggire a questo (alla guerra).



ecco la parafrasi completa della seconda stanza:

Voi Signori ai quali la Fortuna ha messo in mano il comando
delle belle contrade d'Italia,
di cui sembra non abbiate nessuna pietà,
cosa fanno qui tanti soldati stranieri?
perché il verde terreno italiano
si deve sporcare di sangue barbaro?
Un ingannevole errore vi lusinga:
riuscite a vedere poco e vi sembra di essere lungimiranti,
perché nel vostro cuore cercate cercate un amore o una fede venale.
Colui che dispone di più soldati,
è chi sarà circondato da più nemici.
Che diluvio raccolto
in deserti stranieri
per inondare i dolci campi italiani!
Se per colpa di italiani
avviene questo
chi mai potrà sperare di scampare (alla guerra)?


naturalmente, come già accennato in altre occasioni, si tratta di una parafrasi possibile che può essere migliorata o perfezionata tenendo conto delle indicazioni delle note.

Alcune note storiche:



Petrarca inizia a denigrare (parlar male di) i mercenari da lui definiti 'tedeschi' perché provenienti dagli attuali cantoni svizzeri di lingua tedesca e dalla Baviera. Questi mercenari di lingua tedesca, durante circa due secoli furono sempre impegnati in qualsiasi guerra avvenisse nel nord Italia.
In Europa erano disponibili mercenari di ogni nazionalità e, a partire dal XIV secolo, la maggior parte delle “compagnie di ventura” (come saranno chiamati questi eserciti mercenari) operanti in Italia sarà formata in gran parte da italiani grazie alle iniziative del papa contro i mercenari stranieri, ma grazie soprattutto alla guerra dei Cent'anni (1337 – 1453) che richiamò in patria i mercenari dell'area tedesca e alle sollevazioni in Svizzera contro gli Asburgo.

I mercenari, utilizzati da tutti gli stati europei ma soprattutto dai piccoli stati italiani, fornivano servizi dubbi, sempre pronti a interferire nelle decisioni dei contrattanti e spesso minacciando di cambiare di lato durante le guerre (o addirittura durante le battaglie).
A parte un nucleo affidabile di militari 'professionisti' (in genere nobili decaduti), buona parte delle compagnie era composta (soprattutto nel caso dei mercenari svizzeri) da contadini che cercavano un'occupazione provvisoria (le guerre erano stagionali!) ma che si dedicavano poi al brigantaggio per sopravvivere fino alla prossima guerra incapaci di tornare alla vita anteriore.
Va ricordato che tali 'soldati' non ricevevano uno stipendio né cibo o assistenza e quindi vivevano rubando e uccidendo gli eserciti avversari ma soprattutto la popolazione civile impotente di fronte alla loro ferocia.

Una descrizione eccezionale di quanto detto viene fatta dal Manzoni nei suoi "i Promessi sposi" dove descrive il "passaggio" delle truppe mercenarie che nel 1628 (quindi tre secoli dopo l'epoca del Petrarca) andavano dalla Germania alla guerra di Mantova.

sabato 17 marzo 2012

All'Italia. parafrasi 1a stanza

Abbiamo visto come fare una parafrasi.
I prossimi post saranno così organizzati:

il testo poetico originale con una serie di numeri di note.
le note relative alla parafrasi
la parafrasi del testo poetico
note aggiuntive storico-culturali.

quindi iniziamo con il testo poetico originale della prima stanza:

Italia mia, benché 'l (1) parlar sia indarno (2)
a le (3) piaghe mortali
che nel bel corpo tuo (4)(5) spesse (6) veggio (7),
piacemi (8) almen (9) che ' miei sospir' sian quali
spera 'l Tevero et l'Arno,
e 'l Po (10), dove doglioso (11) et (12) grave (13) or seggio (14).
Rettor (15) del cielo, io cheggio (16)
che la pietà che Ti (17) condusse in terra (18)
Ti volga (19) al Tuo dilecto (20) almo (21) paese.
Vedi, Segnor (22) cortese,
di che lievi (23) cagion' (24) che crudel guerra;
e i cor',(25) che 'ndura (26) et serra (27)
Marte (28) superbo et fero (29),
apri Tu, Padre, e 'ntenerisci et snoda (30);
ivi (31) fa che 'l Tuo vero (32),
qual io mi sia (33), per la mia lingua s'oda (34).


passiamo alle note:

1 Spesso, in poesia, la i è sostituita da un semplice apostrofo per ragioni di metrica.
2 indarno è una parola non comune, ma che troviamo sul dizionario italiano: invano.
3 A le è una preposizione articolata che nell'italiano attuale deve essere scritta alle. Nell'italiano attuale, però, il verbo parlare regge la preposizione di ed ecco quindi che A le diventa delle.
4 Per l'italiano corrente è bene invertire la posizione del possessivo.
5 per così, è una forma usata ancor oggi e non solo in poesia
6 spesse cioè grandi, evidenti, da spessore.
7 veggio forma antica di vedo ancora usata in alcuni dialetti e italiani
regionali.
8 La grammatica attuale non permette questo tipo di unione tra verbo e pronome, scindiamo quindi piacemi in mi piace che poi, per una migliore comprensione, diventa desidero.
9 almen per almeno, l'elisione della vocale atona finale è molto comune in poesia.
10 Citando il Tevere (il fiume di Roma), l'Arno (il fiume di Firenze) e il Po (il fiume che attraversa tutta la pianura padana) si pensa che l'autore voglia riferirsi a tutta l'Italia.
11 doglioso, da doglia (dolore) e quindi addolorato.
12 et, congiunzione latina usata al posto dell'italiana e, per molto tempo nel linguaggio scritto, non solo in poesia.
13 grave ossia preoccupante e quindi qui: preoccupato.
14 Nell'italiano attuale abbiamo seggiola, sinonimo di sedia. Si noti comunque che i finali -ggio della canzone corrispondono al finale -do dell'italiano attuale quindi seggio = siedo.
15 rettore, da reggere, comandare quindi: Signore.
16 Di nuovo un finale -ggio che dobbiamo trasformare in -do (e aggiungere una i ). cheggio per chiedo.
17 Da notare l'uso del tu confidenziale (anche se maiuscolo) nella preghiera alla divinità.
18 Si riferisce all'incarnazione di Gesù Cristo "sceso in terra".
19 Ti volga ossia Ti faccia inclinare7favorire,o anche Ti faccia volgere lo sguardo/guardare.
20 L'unione latina delle consonanti ct si è trasformata nell'italiano in tt.
21 almo significa fertile (Sabatini-Coletti), aggettivo adatto all'Italia e soprattutto alla pianura padana, luogo dove si trova Petrarca, ma i critici insistono nel secondo significato di nobile, divino (e quindi santo).
22 Segnor, anche la sostituzione di e con i è una caratteristica poetica., quindi Segnor = Signore
23 lievi per leggeri e quindi futili (vedremo poi il perché).
24 cagione da cagionare verbo ancor oggi di uso normale che significa causare.
25 Anche la perdita della u nel dittongo uo è tipico della poesia (e di vari italiani regionali) quindi cor per core da trasformare in cuore.
26 'ndura, aggiungiamo la i per indura ossia rendere duro, indurire.
27 serra, da serrare, chiudere.
28 Il dio della guerra.
29 fero per fiero o feroce.
30 snoda (da nodo) per slega e quindi sciogli, apri.
31 vi, ancora usato nell'italiano scritto tecnico e burocratico per , e nel nostro caso nei cuori.
32 vero per verità.
33 qual io mi sia cioè quale io sono e quindi: per quel che sono.
34 per la mia lingua s'oda per nel senso di mezzo, attraverso, s'oda e cioè si oda, si ascolti. L'espressione intera dovrebbe essere resa come: sia udita/ascoltata attraverso di me/della mia opera.


ecco allora la parafrasi completa della 1a stanza

Parafrasi

Italia mia, benché sia inutile il parlare
delle ferite mortali
che così grandi vedo nel tuo bel corpo
desidero almeno che i miei lamenti siano come
sperano il Tevere e l'Arno
e il Po dove addolorato e pensieroso sono ora seduto.
Signore del cielo, io ti chiedo
che la pietà che Ti fece venire sulla Terra
Ti faccia guardare al tuo diletto e santo paese.
Vedi, gentile signore,
che crudele guerra per futili motivi;
e i cuori che indurisce e chiude
Marte superbo e feroce,
aprili Tu, Padre, e intenerisci e apri;
fa in modo che in essi la tua verità,
sia udita attraverso di me anche se sono quel che sono


Note storico-culturali

La guerra di cui parla Petrarca non fu in realtà una guerra importante benché fossero coinvolti quasi tutti gli stati del nord dell’Italia. Petrarca ne fu colpito per ragioni soprattutto personali. Egli, infatti, era amico personale di Azzo da Correggio, Signore di Parma dal 1340 presso il quale era ospite quando fu assalito dalle truppe di Luchino Visconti, Signore di Milano e dal suo alleato Filippo Gonzaga, Signore di Mantova.

La guerra per il controllo di Parma coinvolse anche Obizzo d’Este, Signore di Ferrara e la Repubblica di Pisa.

Petrarca, che rimase ferito nella sua fuga da Parma assediata, fu sconvolto da questo confronto anche per i 'futili motivi' all ’origine della guerra. Infatti, tutto iniziò con la vendita della città a Obizzo d’Este per 60.000 fiorini d’oro. Alla fine della guerra Parma passò a Luchino Visconti che restituì a Obizzo d’Este i 60.000 fiorini.

Credo sia interessante sapere che un fiorino d’oro era composto da 3,54 grammi di oro 24 carati, quindi 60,000 fiorini equivalgono oggi, a circa 9 milioni di euro.

È importante anche fare dei paragoni. Secondo calcoli basati sulla paga giornaliera di un contadino, un fiorino corrispondeva a circa tre mesi di lavoro. Del resto cronache dell'epoca (Paolucci 2007) riferiscono che un buon cavallo da lavoro costava al massimo 8 fiorini (a Prato e Firenze) e il salario annuale di un operaio difficilmente superava i 10, 15 fiorini.

Petrarca quindi definisce 'futili motivi' questa bramosia di dominio e ricchezza dei signori dell'epoca che agivano secondo una morale ben lontana dagli ideali classici che Petrarca amava ed esaltava nelle sue opere.

Alcuni autori vogliono che, in questa 'stanza', Petrarca definisca l'Italia “paese diletto” perché sede del papato, ma in realtà vuole solo esaltare il proprio paese. Del resto Petrarca non vide mai il papato a Roma dato che la 'cattività avignonese', come viene denominata questa fase del papato sottomesso alla corona francese, durò dal 1309 al 1377 e cioè tutta la sua vita.

lunedì 12 marzo 2012

All'Italia (10) parafrasi guidata 4

Ecco, allora, la parafrasi della prima parte della prima stanza de "All'Italia"!:

Italia mia, nonostante sia inutile parlare delle ferite mortali così profonde che vedo nel tuo bel corpo, desidero, almeno che i miei sospiri siano come sperano il Tevere e l'Arno e il Po (come spera l'Italia), dove addolorato e preoccupato ora sono seduto.
Signore del cielo Ti chiedo che la pietà che Ti fece incarnare (scendere sulla terra) Ti faccia volgere lo sguardo al Tuo diletto e santo paese.



Questa, naturalmente, è una versione possibile, ma non l'unica.
Posso, infatti, scegliere tra piaghe e ferite sottolineando la cronicità (piaga) del problema o l'urgenza (ferita).

Così come posso sostituire sospiri con lamenti e così via.

Si tratta di scegliere la parola, frase e costruzione che più sia consona a quanto sentiamo, eventualmente modificando poi in una discussione o approfondimento.

domenica 11 marzo 2012

All'Italia (10) parafrasi guidata 3

andiamo avanti:

Rettor Signore

da “rettore” (che regge, dirige)

del cielo, del cielo

Signore del cielo, cioè “Dio”;

io cheggio chiedo

se veggio significa vedo,
e seggio significa siedo,
è facile capire che cheggio significa chiedo;

che la pietà che che la pietà che
Ti condusse in terra che Ti fece incarnare

ma potremmo lasciare l'originale: Ti condusse in terra

una nota sul Ti: non in tutte le lingue (soprattutto nel XIV secolo) ci si rivolge con il tu confidenziale, pur maiuscolo, alla Divinità.

volga faccia volgere, dirigere lo sguardo, guardare
al Tuo dilecto al Tuo diletto (preferito)

dilecto, dal latino;
l'incontro di consonanti ct del latino, si è trasformato, quasi sempre, in italiano nella doppia t;

almo

almo è una parola sconosciuta nell'italiano attuale e perciò si deve ricorrere al dizionario che ci dice:

almo glorioso, santo

paese Italia

Riscriviamo ora, una prima parafrasi dei versi che abbiamo esaminato parola parola:

Italia mia, nonostante sia inutile parlare delle ferite mortali così profonde
che vedo nel tuo bel corpo,
desidero, almeno che i miei sospiri siano come sperano il Tevere e l'Arno e il Po
(come spera l'Italia),
dove addolorato e preoccupato ora sono seduto.
Signore del cielo chiedo che la pietà
che Ti fece incarnare
Ti faccia volgere lo sguardo al Tuo diletto e santo paese.

sabato 10 marzo 2012

All'Italia (9) parafrasi guidata 2

Continuiamo:

a le alle

nella grammatica attuale a le è preposizione articolata e quindi deve diventare alle,
ma, nell'italiano attuale, “parlare” regge la preposizione “di” e quindi:

a le delle

continuiamo:

piaghe mortali ferite mortali

abbiamo usato un sinonimo più consono attualmente

che nel bel corpo tuo che nel tuo bel corpo

abbiamo spostato il possessivo per una migliore comprensione;

così

forma usata ancor oggi e non solo in poesia;

spesse grandi, evidenti, profonde

da 'spessore';

veggio vedo

forma antica ancora usata in alcuni dialetti e italiani regionali;

piacemi mi piace

spesso, in poesia, il pronome - come in alcuni modi dell'italiano attuale - viene unito al verbo piace-mi = mi piace

o meglio:

piacemi voglio, desidero.
almen almeno

l'elisione della vocale atona finale è un'altra costante della poesia, e del linguaggio parlato;

che ' che i

notare che la “i” viene spesso sostituita da un apostrofo;

miei sospir' miei sospiri

di nuovo la ”i” è resa da un apostrofo;

siano quali spera siano come spera

per concordanza di numero però:

siano quali spera siano come sperano

'l il

di nuovo un apostrofo al posto della “i”

Tevero Tevere

il fiume che attraversa Roma

et e

l'uso della congiunzione latina et è rimasta in uso, nello scritto, fino al secolo XIX;

l'Arno, l'Arno

il fiume che attraversa Firenze

e 'l Po e il Po

il maggior fiume italiano che attraversa tutta la regione settentrionale e quindi, andando oltre la parafrasi per comprendere il messaggio:

Po = nord dell'Italia

(Petrarca nomina tre fiumi che simbolizzano il centro-nord dell'Italia perché la canzone è stata scritta in occasione di una guerra che ha interessato tutti gli stati che esistevano nel nord Italia in quell'epoca.);

giovedì 8 marzo 2012

All'Italia (8) parafrasi guidata 1

Esempio di parafrasi guidata

Prima stanza
prima parte

Iniziamo esaminando e trasformando, parola per parola i versi della prima parte della prima stanza.

Italia mia, benché 'l

prima constatazione: in poesia, spesso, l'apostrofo sostituisce la – i -

Italia mia, benché il

poi

parlar sia indarno

ecco la prima parola sconosciuta ai più e che comunque non fa parte dell'italiano attuale.
Come fare? Semplice!
Cerchiamo sul dizionario, e il Sabatini Coletti ci dice:

indarno: “invano, inutilmente”;

quindi:

indarno invano.

Ecco allora la parafrasi del primo verso:

Italia mia, benché il parlare sia invano

il verso è ora comprensibile, ma possiamo migliorarne il senso scrivendo:

Italia mia, nonostante sia inutile parlare

La parafrasi è perciò un doppio lavoro: prima si devono capire tutte le parole e eventualmente sostituirle con parole, se non più comuni almeno più attuali, e poi si deve riscrivere il verso perché il senso sia chiaro.

mercoledì 7 marzo 2012

All'Italia (7) cos'è la 'parafrasi'?

Parafrasi

La parafrasi, secondo il Sabatini – Coletti, è una :
esposizione del contenuto di un testo con parole proprie, a scopo esplicativo
ed anche:
esercizio scolastico che consiste nella versione in prosa di un testo poetico”.

È soprattutto un'azione creativa tesa a comprendere il testo poetico e ottenuta allargando il significato delle parole, cercandone i sinonimi e strutturando in prosa il significato.
Praticamente un cruciverba.
Raramente è necessario ricorrere ad un dizionario, ma quando necessario ciò è facile, almeno nel caso del Petrarca, perché, come già spiegato, sull'opera e sul lessico del poeta è stato “costruito” e modellato l'italiano attuale.

Va ricordato, inoltre, che poche lingue europee possono, come l'italiano, permettere che
un parlante attuale possa leggere e capire gran parte delle opere letterarie antiche.
Ciò è dovuto alla cristallizzazione dell'italiano, lingua letteraria e colta che solo recentemente è diventata lingua di tutti e quindi viva e quindi soggetta a quei mutamenti propri delle lingue usate quotidianamente.

lunedì 5 marzo 2012

All'Italia (6) Rima

Rima

Un breve cenno anche alla rima e cioè la coincidenza fonetica dell'ultima vocale tonica.

Se esaminiamo la prima parte “stanza” vedremo che:

il verso 1 rima con il verso 5,
il verso 2 con il verso 4 e
il verso 3 con il verso 6


1 Italia mia, benché 'l parlar sia ind-arno
2 a le piaghe mort-ali
3 che nel bel corpo tuo sí spesse v-eggio,
4 piacemi almen che ' miei sospir' sian qu-ali
5 spera 'l Tevero et l'-Arno,
6 e 'l Po, dove doglioso et grave or s-eggio.


nella seconda parte della stanza (detta "sirma"):

il verso 7 rima con il precedente 6
il verso 8 con 11 e 12
il verso 9 con 10
il verso 13 con 15 e
il verso 14 con 16


7 Rettor del cielo, io ch-eggio
8 che la pietà che Ti condusse in t-erra
9 Ti volga al Tuo dilecto almo pa-ese.
10 Vedi, Segnor cort-ese,
11 di che lievi cagion' che crudel gu-erra;
12 e i cor', che 'ndura et s-erra
13 Marte superbo et f-ero,
14 apri Tu, Padre, e 'ntenerisci et sn-oda;
15 ivi fa che 'l Tuo v-ero,
16 qual io mi sia, per la mia lingua s'oda.

venerdì 2 marzo 2012

Canzone

Canzone

29 dei componimenti poetici del Canzoniere sono “canzoni” e cioè uno speciale tipo di componimento poetico formato da un numero variabile di strofe dette “stanze” che, nel caso de “All'Italia”, sono sette, oltre ad una conclusione detta “congedo”.
Ogni strofa è composta da 16 versi, nove endecassilabi (versi formati da 11 sillabe) e sette settenari (versi formati da sette sillabe).

Da ricordare però che non sempre la divisione in sillabe “poetica” coincide con quella “grammaticale”.

Vi sono infatti “tecniche” che modificano la divisione sillabica.
Il computo delle sillabe è anch'esso alterato dal fatto che l'ultima sillaba da contare è quella tonica, per cui un “endecassilabo piano" (con l'accento tonico sulla penultima sillaba) può essere composto da dodici sillabe.

giovedì 1 marzo 2012

il Canzoniere

Il Canzoniere

La raccolta poetica in cui è inserita la canzone “All'Italia” è chiamata il “Canzoniere”.
Il nome originale è però in latino: “Rerum vulgarium fragmenta” dove “vulgarium” significa “del popolo” e infatti il primitivo italiano era definito “del popolo” in contrapposizione al latino, lingua di nobili e letterati.

Il Canzoniere è composto da 366 composizioni (una per ogni giorno dell'anno) inserite una ad una, con scrupolosa selezione, scegliendo tra numerose composizioni scritte dal Petrarca durante tutta la sua vita.