giovedì 3 gennaio 2013

globalizzazione 2


sempre a proposito di globalizzazione
mi chiedo

cosa mi tocca più da vicino:
gli stupri in India,
la violenza in Timbuctù,
i massacri in Siria
o
il posteggiatore abusivo che mi estorce una moneta?
o la polizia che li tollera?
o l'idiota del sindaco che li legalizza?

sicuramente gli ultimi tre.

e cosa posso o devo fare io?

per le tragedie che avvengono a migliaia di chilometri da me,
probabilmente non posso far niente.
(in questi casi, da cattolico incallito, credo che una preghiera silenziosa
sia più efficace di una sottoscrizione pubblica)
o forse dovrei fare di più?

e per il resto?
come straniero ho delle gravi limitazioni nella mia possibilità di reazione civica.  
forse per questo esprimo qui il mio disappunto
(o forse solo mi lamento)
per essere oggetto (vittima?) di un sopruso banale,
stupido e insopportabile:
"non sopporto i posteggiatori abusivi e ritengo complici
i poteri pubblici che li permettono o addirittura li approvano"

Se le "grida spagnole" non risolvono una situazione
ciò non significa che la si debba accettare.

particolarismo idiota?
probabilmente sì.
ma dove mi posso situare io
persona normale (o quasi)
che vive una vita normale (o quasi)

ci devo pensare su...

colloquio tre

(il colloquio si è svolto in portoghese)

io: Prego
la signora: sono qui
io: voleva informazioni su cosa
la signora: non lo so, mi hanno detto di venire qui
io: scusi, chi ha detto?
la signora: ho ricevuto una lettera.
io: dal Consolato?
la signora: 
io: ha portato la lettera
la signora: no
io: ricorda cosa diceva?
la signora: no, era scritta in italiano.
io: Lei è cittadina italiana
la signora: sì, non lo so
io: ha un documento
la signora: solo la fotocopia della carta di identità
io: beh vediamo...
[fotocopia di carta di identità del 1995]
[controllo a video]
io: sì, Lei è cittadina italiana dal maggio scorso.
la signora: e adesso?
io: non saprei, voleva richiedere il passaporto?
la signora:ecco sì, sono qui per il passaporto.
io: ha prenotato?
la signora: non lo so.
[controllo a video]
io: sì, è prenotata per le 10 e 10, ha portato i documenti e le foto?
la signora: no
io: ha letto le istruzioni sul sito
la signora: no
io: ecco il foglio con le istruzioni in portoghese,
la signora: non sarà possibile farle il passaporto oggi,
quando deve partire?
la signora: per dove?
io: ha un viaggio programmato
la signora: no
io: beh allora dovrà prenotarsi di nuovo e poi tornare con i documenti e le foto
la signora: va bene.

[pure la signora riceverà il plico elettorale, anche se non immagino cosa ne farà...]

mercoledì 2 gennaio 2013

globalizzazione; sì o no?

di tanto leggere quello che dicono gli altri,
siano essi esperti o ritenuti tali,
mi è venuta voglia di dire pure la mia.
a chi interessi e chi la leggerà non lo so,
ma perlomeno l'ho scritto.

stasera, a casa, la nostra cena comprendeva:
vino cileno
sardine portoghesi,
con pelati italiani
e pasta italiana,
caffè brasiliano
(definizione molto generica, tanto quella usata qui in Brasile di "pane italiano")
fatto con moca italiana
bevuto in tazzine cinesi
con tovaglioli argentini
le posate sono cinesi
e devo avere dimenticato qualcosa...

non è certamente il km 0
dal punto di vista ecologico un vero disastro.

mi domando:
è giusto?
è corretto?
è davvero normale?

e anche:
mi devo sentire in colpa?

ma se tutte le economie forti vivono di esportazione,
se il made in Italy è quello che salva l'economia italiana,
perché dovrei essere contro?

ricordo, ormai vari anni fa,
in un servizio alla televisione francese,
giornalisti francesi attaccavano una giornalista cinese
con dati alla mano,
dimostrando che lo sfruttamento degli operai cinesi
era quasi una schiavitù.

alla fine, forse stanca,
la giornalista concluse:
"può essere vero, ma io so una cosa sola: in Cina non si muore più di fame".

 mah...