giovedì 18 agosto 2016

Brasile, anno 1812: ricompensa per un altro schiavo fuggiasco (e altro...)


Mi rendo conto che i miei post sono praticamente tutti uguali,
ma contnuerò a tradurre questi annunci sulla schiavitù.

Forse un giorno qualcuno si imbatterà in questo blog e,
leggendo questi post,
decida di approfondire
e produrre un libro o una ricerca in italiano.
Se così sarà questo mio lavoro (vabbé è un passatempo)
avrà avuto significato.

Anche perché:

"... L'impunità del contrabbando di schiavi [dopo il 1831]
ha determinato nello Stato di Bahia 
il sorgere di una aristocrazia negriera 
composta da capi patriarchi benefattori e signori 
che influenzarono attivamente la politica locale. 
I discendenti di queste stirpi di trafficanti e contrabbandieri di schiavi 
sono ancora influenti tra l'elite di questo Stato...".

[liberamente tradotto da
'Dicionário da escravidão negra no Brasil'
di MOURA, Clovis. Ed. USP,
São Paulo, 2004]

Dopo duecento anni gli schiavisti danno ancora le carte.    
Continuo quindi.

Giornale “Idade d'Ouro do Brazil

Pubblicato a Salvador - Bahia

Edizione del sei aprile marzo 1812

Sezione Avisos

"Il lunedì 17 febbraio 1812
si perse o fuggì dai campi di Fonte de Pedra
di [proprietà di] Antonio Pedro da Silva Guimarães 
un negro che per la prima volta 
venne dal Mar Grande [un'area geografica vicina a Salvador]
in città,
di nome Gregorio,
di statura normale,
colore 'azeviche' [nero lucido]
dimostra tra i trenta e i quarant'anni d'età
magro,
[...]
con pantaloni nuovi di 'ganga' [attualmente significa 'jeans']
una camicia usata di 'bretanha' [tessuto pregiato di cotone]
e vestiti di 'chita' [tessuto dozzinale di cotone]
senza cappello.
Chi ne dia notizie 
o lo consegni nei campi citati
o alla casa dove risiede il citato Guimarães
agli archi di Santa Barbara
riceverà la ricompensa per il servizio*".


*da Biblioteca Nacional digital

mercoledì 17 agosto 2016

Brasile anno 1812: un carico di schiavi, una merce come un'altra


Sempre con l'intenzione di mostrare
l'incredibile quotidianità e normalità della schiavitù
nel Brasile della prima metà del secolo XIX,
ecco la traduzione della prima parte
della relazione delle navi attraccate
dove si può verificare che le navi negriere
altro non erano che navi commerciali
con un carico diverso.

Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Pubblicato a Salvador Bahia

Edizione del ventisette marzo 1812

Relazione delle navi arrivate:

Bahia 

"Entrarono in questo porto le seguenti imbarcazioni.

Il 22 [marzo scorso] de Calabar [Nigeria]
brigantino S. Antonio Milagroso,
Capitano José Joaquim Paranhos,
47 giorni di viaggio,
con una sosta forzata all'Isola del Principe,
dove è rimasta per 35 giorni,
carico di 319 prigionieri,
ne morirono 113,
armatore Manoel José Machado.

Nella stessa data, da Gibilterra,
la galea inglese Rose,
capitano Phelip Vibert,
31 giorni di viaggio,
carico di vino e aguardiente,
corrispondente John Sharp.
  
Nella stessa data, da Rio Grande [sud del Brasile],
il brigantino Vigilante,
capitano Antonio João da Cunha,
49 giorni di viaggio,
carico di 70 'arrobas' 
[1 arroba corrisponde a circa 15 kg] di carne [secca]
358 'arrobas' di sego,
558 'arrobas' di cuoio,
armatore il fu Antonio José de Araujo Mendez

Il 22 [marzo scorso] dal fiume Zayre,
il brigantino Princeza do Brasil,
capitano Domingos Ribeiro Folha,
22 giorni di viaggio,
carico di 342 prigionieri,
armatore Francisco José Lisboa.

Nella stessa data da Pernambuco [stato del Brasile],
la barca a vela S. Antonio Afra,
capitano Bernardino José de Sena,
6 giorni di viaggio,
carico di sale,
era diretta a Jaraguá,
attracco per forza maggiore".


lunedì 15 agosto 2016

Brasile anno 1812: relazione di navi negriere attraccate

Dopo ben 3 mesi senza notizie 
di arrivo di navi negriere, 
in una enorme relazione con oltre venti navi 
comprese navi con passaggeri 
(non esistevano navi passageri ma un 'carico' di passeggeri),
troviamo:

Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Pubblicato a Salvador Bahia

Edizione del sei marzo 1812

Relazione delle navi arrivate:

"Il 29 [febbraio scorso] dal fiume Congo, 
il brigantino Nelson,
capitano João Luiz Alves,
33 giorni,
carico di 282 prigionieri e una zanna d'avorio,
armatore Joaquim José da Silva Maia.*"

e

"Il 3 [marzo scorso] da Cabinda,
brigantino General Silveira,
Capitano José Pinto Ribeiro,
28 giorni di viaggio,
carico di 243 prigionieri 
(ne morirono 2),
armatore Guilherme José Ferreira.*"


giovedì 11 agosto 2016

Brasile 1812: uno schiavo tra i beni di un marchese all'asta


Giornale “Gazeta" di Rio de Janeiro

Edizione del 22 gennaio 1812

Nella sezione Avisos
si annuncia l'asta dei beni di un marchese
e si specifica che saranno venduti:

"... una carrozza inglese, 
un divano foderato nuovo, 
un pianoforte, 
un magnifico lampadario, 
tavoli eleganti, 
sedie, 
degli oggetti di rame 
ed altri utensili di cucina 
e vari articoili domestici 
e un negro 'capineiro' che parla portoghese,
sano, giovane e robusto.*"

'Capineiro' = adibito a togliere le erbacce.

mercoledì 10 agosto 2016

Brasile 1811: uno schiavo come oggetto smarrito



Giornale “Gazeta" di Rio de Janeiro

Edizione dell'11 dicembre 1811

Nella sezione Avisos
dopo l'annuncio dell'edizione straordinaria 
dello stesso giornale:

"Chi avesse perso un negro 'boçal'
sulla strada verso Gloria, 
si diriga alla casa di Joaquim José de Oliveira, 
capitano di cavalleria, dopo la Lapa, 
sulla sinistra, che, 
fornendo le caratteristiche corrette, 
gli sarà consegnato.*"

'boçal' significa stupido e ignorante
e questo termine veniva usato 
per definire gli schiavi appena arrivati 
che, oltre a non capire e non parlare portoghese, 
si mostravano ribelli e non volevano integrarsi. 

sabato 6 agosto 2016

Brasile, anno 1811: ricompensa per la cattura di uno schiavo fuggiasco.

Giornale “Gazeta" di Rio de Janeiro

Edizione del 23 novembre 1811

Nella sezione Avisos, 
dopo un decreto governativo 
e prima della relazione delle navi in entrata e uscita:

"Negro Antonio, di etnia rebolo,
statura normale,
con un dente dell'arcata superiore rotto 
e con una cicatrice di una coltellata sulla schiena,
fuggì il 3 ottobre scorso al suo proprietario Manoel Felisardo Carvalho Almeida
Si chiede, con cortesia e rispetto a qualsiasi perona ne abbia notizia
che lo faccia catturare e consegnare a Francisco Pereira de Mesquita
che risiede in via Dos Pescadores n. 2
il quale rimborserà tutte le spese ecc."

in quest'epoca anche se già esistevano africani neri liberi in Brasile,
'negro' era sinonimo di schiavo.

Rebolo era una definizione data agli schiavi provenienti dal nord dell'Angola,
dalle terre bagnate dal fiume Kwanza.

La finale 'ecc.' si riferisce alla ricompensa dovuta per legge
a chi riconsegnava uno schiavo fuggiasco. 
 

venerdì 5 agosto 2016

Brasile 1811: la quotidianità della schiavitù.


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione del dodici novembre 1811

Relazione delle navi arrivate:

"il 26 (ottobre scorso) da Costa da MIna, 
il brigantino Victoria, capitano José DIas, 
36 giorni di viaggio,
carico: 428 prigionieri (ne morirono 11) 
e alcune stoffe della stessa Costa, 
armatore José da Siqueira Lima. * "

'Costa da MIna' era la costa africana 
grosso modo corrispondente all'attuale Ghana, 
dove si trovava il castello di São Jorge da Mina, 
centro del traffico degli schiavi 
di quasi tutto il golfo di Guinea.

e nella sezione Avisos:

"Chi desideri comprare una schiava 'ladina', 
di etnia Gegé,
lavandaia e cuoca, 
si rivolga a Paulino da Silva Lisboa 
che abita al secondo piano 
della casa del primo capitano Antonio José de Freitas, 
[presso] le porte del Carmelo* ".

'Ladina' come già detto, era una schiava nata in Africa,
ma integrata 
e che soprattutto capiva e parlava portoghese 

Gegé (in realtà Jéjé) era la denominazione africana 
data alle varie nazioni che abitavano l'attuale Dahomey.
In realtà tale parola significa 'straniero', 
non si tratta quindi di una nazione specifica.
Attualmente il 'candomblé Jejé
definisce uno specifico segmento 
della religione afrobrasiliana denominata candomblé

mercoledì 3 agosto 2016

Brasile anno 1811: annunci di compravendita di schiavi

Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione del Primo novembre 1811

Sezione Avisos


"Vendesi uno schiavo creolo, giovane,
calzolaio e barbiere,
e che se la cava in cucina.
Chi lo voglia comprare, 
si rivolga alla sede della Gazeta 
dove gli si dirà chi lo vende e per quale motivo*."

Quanto valeva uno schiavo?
Parecchio!
Anche se ogni paaragone risulta difficile e incompleto,
uno schiavo, verso il 1850,
poteva valere anche l'equivalente a un chilo d'oro.
Era comunque un enorme capitale.
Nei vari libri e lavori accademici si trovano tutti i tipi di paragoni,
da quante capre a quanti sacchi di caffé,
il che, mi sembra, non fa che perpetrare
la disumanità della schiavitù.  

martedì 2 agosto 2016

Brasile 1811: commercio di schiavi


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil


Edizione del 25 ottobre 1811 


nella sezione "Relazione delle navi all'attracco"



"Il 20 [ottobre scorso] dall'Isola di Santo Thomé
è arrivata la goletta "Maria da Boa Vista", 
capitano e corrispondente José Teixeira De Nobrega, 
78 giorni di viaggio, 
carico di 204 prigionieri, ne morirono 61, 
un passeggero di nome Izak, americano.
Questa nave ha attracato in questo porto 
per causa di forza maggiore 
per mancanza d'acqua, 
era diretta al Maranhão"*.

"Il 21 [ottobre scorso] dalla Costa da Mina, 
la goletta "Nova Fragantina", 
capitano Luiz Adão Motta, 46 giorni di viaggio, 
carico di 160 prigionieri, ne morirono 4,
proprietario Manoele Da Rocha Da Fonseca"*.

Per capire,
o meglio cercare di capire,
cosa significava questa traversata 
è necessario ricorrere alle immagini,
purtroppo terribili.

A questo link potete vedere un disegno dell'epoca.
A quest'altro link una ricostruzione in modello.

*da Biblioteca Nacional digital 

lunedì 1 agosto 2016

Brasile 1811: annuncio di affitto di schiava


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione il 4 0ttobre 1811

Sempre nella sezione Avisos

Tra l'annuncio di vendita di una carrozza inglese 
e la richiesta di una casa da affittare:

"Chi abbia una negra da latte da affittare 
si diriga all'Ufficio della Gazeta e gli si dirà chi la desidera."

Il verbo portoghese "alugar" usato in questo annuncio
può essere tradotto come "affittare" o "noleggiare".

L'acquisto o più spesso l'affitto/noleggio 
di una nutrice nera 
era molto comune 
anche da parte di chi di schiavi non ne aveva.

La storia, la cronaca e la letteratura brasiliana 
riportano numerosi casi di nutrici nere 
che riservavano il loro latte materno ai figli dei padroni.


domenica 31 luglio 2016

Brasile 1811 - annunci di vendita di schiavi.


Giornale “Idade d'Ouro do Brazil

Edizione del 20 settembre 1811

Negli Avisos, dopo un annuncio con le novità librarie.

Vendesi una [schiava] creola di 16 a 17 anni di età, 
molto sana e robusta, 
buona ricamatrice di ogni qualità di ricami, 
con un figlio creolo di due mesi sano 
e la madre con molto latte.
Chi la voglia comprare si diriga all'ufficio della Gazeta.
Si vende solo perché ha partorito, 
fatto che è contrario ai costumi della casa.”*

Immorale era avere un figlio illegittimo,
vendere una persona 'schiava'
era invece normale.  

Ricordiamo che 'creola' definisce una persona 
nata in Brasile da genitori schiavi
e quindi nata schiava.
Gli schiavi 'creolos', tra l'altro,
valevano di più perché integrati.
Parlavano portoghese
ed essendo nati schiavi
non avevano 'inopportuni' ricordi della libertà anteriore.    

Non si sa ovviamente cosa sia successo,
né il vero motivo dell'espulsione della ragazza.
I figli di schiavi nascevano schiavi 
e quindi arricchivano i loro padroni.
In ogni caso, un figlio illegittimo, 
ha causato l'espulsione della ragazza dalla casa dove viveva.
Si specifica che si vende la schiava solo per questo motivo 
per evitare che il valore venale ne sia intaccato.

Ho tradotto 'cria' con 'figlio,
ma in realtà questa definizione è usata per gli animali,
e, attualamente, è usata per una persona 
solo per esprimere disprezzo.   


giovedì 28 luglio 2016

Brasile 1811: 27 schiavi morti nella traversata, danno collaterale


Jornal “Idade d'Ouro do Brazil

Edizione 20 settembre 1811

Nella relazione delle navi in entrata:

"il 19 [settembre] dall'isola del Principe, 
il brigantino Alexandre Magno, 
capitano José Custodio Godinho, 
33 giorni di viaggio, 
carico di 410 prigionieri (morirono 27)".


da Biblioteca Nacional digital 

La morte di 27 prigionieri, futuri schiavi, 
era un semplice danno collaterale 
degno di nota solo perché si trattava 
di una perdita economica.

Sulla nave viaggiavano anche quattro passeggeri 
tra i quali una donna.
I loro nomi sono citati di seguito nella relazione.

Sappiamo però che nel resto dell'America Latina le cose sono differenti:

"in questo mese [ottobre 1811]tutta l'America spagnola 
applaudisce all'abolizione della tratta dei negri. 
I nuovi governi della Plata, di Venezuela e Chili 
vietano l'importazione ed il commercio degli schiavi. 
Al Chili tutti i figli degli schiavi 
nati dal 14 ottobre 1811 
vengono dichiarati liberi. 
Qualunque schiavo di paese straniero 
acquista la lbertà dimorando sei mesi al Chili. 
L'Assemblea di Buenos Ayres decreta che
lo schiavo il quale porrà piede sul suo territorio
sarà libero al medesimo istante."

(Da "Annali del mondo" del 1º gennaio 1838, 
disponibile su Google books)

mercoledì 27 luglio 2016

Brasile: dai giornali del 1811 si cercano schiavi fuggiaschi


Brasile del XIX secolo: la schiavitù nella piccola pubblicità

Gazeta” di Rio de Janeiro

Edizione del 7 settembre 1811

Nella sezione Avisos
dopo l'annuncio delle novità librarie, 
troviamo:

"Il 1º di questo mese, 
fuggirono a Antonio José da Costa 
residente in via Quitanda due schiavi, 
uno di nome José, mulatto, abbastanza chiaro, 
alto, poca barba, con 20 anni, 
con varie cicatrici e macchie di rogna sulle gambe,
carpentiere di casa, 
scalzo, pantaloni e giubbetto di panno verde
e l'altro negro, 'ladino' di Angola, 
alto, faccia rotonda con macchie gialle su un braccio, 
di mestiere muratore.
Si raccomanda ai capitani delle varie imbarcazioni 
che escono da questo porto 
e ai viaggiatori di tutte le terre tutta la cautela 
per evitare la loro emigrazione 
e a chi ne darà notizie sarà data ricompensa."

Ricordo che “ladino” significava integrato, 
parlava portoghese e quindi valeva di più.

Già nel 1811 era possibile fuggire 
verso Uruguay e Argentina 
e verso la lontana Guyana francese per ritrovare la libertà.

e subito di seguito

"Chi incontri un negro ancora un ragazzo 
dell'etnia Cabinda che parla congo
[definizione generica per lingua africana]
bello, ben nero,
con marche di vaiolo,
denti aperti davanti,
con marche [tatuaggi] 
della sua terra sulla schiena
e una cicatrice
sul ginocchio che è fuggito il 10 agosto
si rivolga a Valerio José Pereira
residente in Paquetà
e sarà ben ricompensato."


Si ringrazia la Biblioteca Nacional digital 
da dove sono tratti tutti gli annunci.

martedì 26 luglio 2016

La schiavitù nella piccola pubblicità (12)



Annunci di compravendita di schiavi nel Brasile del XIX secolo





Idade d'Ouro do Brazil

Edizione del 7 agosto.

Relazione delle navi in entrata

"Il 4 agosto arrivò il brigantino Sant'Anna Flor da Africa, 
capitano José Francisco Ferreira, 30 giorni di viaggio, 
carico di 228 schiavi, ne morirono 14. 
Armatore Domingos José D'Almeida Lima".

Come si vede, 
purtroppo, 
le cronache attuali sui profughi 
che attraversano il Canale di Sicilia non sono novità. 
Vedremo nei prossimi post come tali relazioni fossero comuni.

La relazione parla in realtà di “228 captivos”, 
cioè 'prigionieri' 
ed è una definizione che troveremo spesso 
su questo giornale, 
perlomeno diversa da “pretos” e “negros” 
usata dalla “Gazeta” di Rio de Janeiro.


“Idade d'Ouro do Brazil”

Edizione del 13 agosto 1811

Relazione delle navi in entrata

'Dalla costa di Mina [arrivò] il Brigantino Constante, 
capitano José Pereira da Costa, 
40 giorni di viaggio, 
carico di 204 schiavi vivi, 
ne morirono cinque 
e 400 panni".

Nessuna differenza insomma tra i 400 panni e i 204 schiavi.



Si ringrazia la Biblioteca Nacional digital 
da dove sono tratti tutti gli annunci.

lunedì 25 luglio 2016

La schiavitù nella piccola pubblicità (11)


Annunci di compravendita di schiavi nel Brasile del XIX secolo


Il 14 maggio 1811, esce a Salvador di Bahia, 
nel nordest del Brasile, 
il giornale “Idade d’Ouro do Brazil”, 
il secondo giornale pubblicato in Brasile.

Come la Gazeta di Rio de Janeiro 
anche “Idade d'Ouro do Brazil” è, 
in pratica, un giornale ufficiale, 
anche se di proprietà privata. 
Il giornale esce con il beneplacito 
del Governatore di Bahia e, 
data la sua funzione, 
sarà conosciuta come la “Gazeta” di Bahia.

La grande differenza è che il giornale, 
per essere di iniziativa privata,
sarà sottoposto a censura preventiva.

Il 23 luglio 1811 nella sezione Avisos 
de “Idade d'Ouro do Brazil”, 
troviamo:

Chi voglia vendere schiavi ufficiali 
di muratore e carpintiere 
si rivolga a Joaquim da Silva Guimarães, 
che abita in via Caes da Ainaras

Si definiva “ufficiale” di varie professioni, 
lo schiavo che, su richiesta del padrone,
avesse lavorato come apprendista 
presso qualche artigiano che, 
a pagamento, insegnava il mestiere richiesto.

Su “Idade d'Ouro do Brazil” vi è un'altra sezione
con informazioni importanti:
si tratta della relazione delle navi 
che salpano o approdano al porto di Salvador de Bahia. 

In questa sezione, nella stessa edizione del 23 luglio 1811
troviamo questo breve resoconto:

"Questa imbarcazione era in viaggio 
dal porto [dell'isola di Fayal]verso Havana, 
ebbene a otto leghe dall'isola di San Domingos 
[dove gli schiavi avevano appena espulso i francesi e eletto un re] 
incontrò un Brigantino di guerra dei negri di detta isola 
che la portarono fino alla base della loro squadra 
e, verificato che la nave aveva 400 e più negri da vendere, 
lo comunicarono al re 
che li fece sbarcare, li valutò per prezzi diversi 
e fece pagare tutto il valore con generi del paese.

La notizia è da valutare ma fa pensare ad ipotesi già note
secondo le quali la schiavitù fosse un'istituzione 
presente anche in varie società tribali africane.