giovedì 5 aprile 2012

All'Italia - parafrasi 2 stanza

vediamo ora la parafrasi della seconda stanza.
Seguiremo lo stesso schema utilizzato per la parafrasi della prima stanza e cioè:

testo poetico con indicazioni delle note
le note relative
la parafrasi completa
note aggiuntive


Voi(1) cui(2) Fortuna(3) à(4) posto (5) in mano il freno(6)
de le(7) belle contrade(8),
di che(9) nulla(10) pietà par(11) che vi stringa(12),
che fan(13) qui(14) tante pellegrine spade?(15)
perché 'l verde terreno(16)
del barbarico(17) sangue si depinga?(18)
Vano(19) error(20) vi lusinga(21):
poco vedete(22), et(23) parvi(24) veder molto(25),
ché (26) 'n(27) cor(28) venale(29) amor cercate o fede(30).
Qual(31) più gente possede(32),
colui(33) è più da'(34) suoi nemici avolto(35).
O(36) diluvio raccolto (37)
di che deserti strani(38),
per inondar(39) i nostri dolci campi!
Se da le proprie mani (40)
questo n'avene(41), or(42) chi fia(43) che ne scampi?(44)



1 Voi (Principi). Petrarca si rivolge ai vari signori e principi italiani.
2 ai quali (la preposizione a non è usata davanti a cui).
3 la sorte. Per i critici, attribuire alla Fortuna il potere dei signori significa sottolineare che fu il destino e non la loro virtù a dar loro tanto potere.
4 ha. l'uso di à (con l'accento) invece di ha (con h) era comune fino agli anni '50 del secolo scorso.
5 messo. Posto participio passato del verbo porre (mettere).
6 il freno sono le briglie del cavallo e quindi il governo.
7 nell'italiano attuale: delle.
8 Parola comune in italiano per 'posti', 'luoghi' (e anche quartieri della città).
9 delle quali [contrade].
10 nessuna pietà. L'uso di nulla come aggettivo non è raro in poesia.
11 pare, sembra.
12 vi preoccupi (da costringere).
13 che fanno (le elisioni sono ancora comunissime in italiano, soprattutto nel linguaggio parlato).
14 in Italia.
15 tante spade straniere (tanti soldati stranieri). Ricordiamo che la maggior parte dei soldati coinvolti nelle guerra era composta da mercenari tedeschi provenienti dall'attuale Baviera e Svizzera tedesca.
16 il verde terreno, cioè l'Italia. Era tradizione letteraria chiamare l'Italia: “il paese verde”. A partire dal secolo XIX, dopo la pubblicazione nel 1876 del libro "Il bel paese" di Antonio Stoppani, la tradizione letteraria (e non solo) iniziò ad usare questo termine per definire l'Italia.
17 sangue barbaro. I popoli tedeschi erano considerati i discendenti degli antichi germani, barbari (parola greca che significa 'straniero') contro i quali l'impero romano aveva combattuto per secoli.
18 si tinga, si colori (depingere è diventato dipingere nell'italiano attuale).
19 ingannevole.
20 errore (l'ennesima elisione).
21 vi attira, vi tenta.
22 vedete (capite) poco. La posposizione (mettere dopo) del verbo è usata (non solo in poesia peer enfatizzare l'oggetto, in questo caso poco.
23 di nuovo la congiunzione latina per e.
24 vi pare, vi sembra.
25 di vedere, di capire molto.
26 perché.
27 in (di nuovo l'apostrofo al posto della i).
28 cuore (cor e core sono ancora usati in italiano).
29 venale, (avido di denaro).
30 siete alla ricerca (o meglio: seguite) di un amore e di una fede venale. Da notare l'uso delle parole 'amore' e 'fede' per qualcosa di negativo, contrario, appunto, all'amore e alla fede. Secondo altri critici la frase va interpretata come un monito: non si possono cercare amore o fede, che fanno parte di un mondo spirituale, con un cuore occupato da preoccupazioni solo materiali. Di nuovo la posposizione del verbo per evidenziare, in questo caso, amore.
31 colui che.
32 poss-i-ede, ha, dispone (di più soldati).
33 egli è. (Colui è è comunque una frase normale anche nell'italiano attuale).
34 dai. Di nuovo l'apostrofo per 'i'.
35 av-v-olto, circondato. Si tratta di una constatazione. In quei tempi gli eserciti mercenari cambiavano spesso di lato in guerra o addirittura in battaglia dipendendo da chi pagasse di più o offrisse più vantaggi, come per esempio, il saccheggio.
36 questa o introduce il vocativo come in ' o Dio' (da cui deriva oddio!) che ha un significato di lamento.
37 si tratta di un diluvio (invasione, disastro) che si è andati a cercare (raccolto).
38 da chissà quali deserti stranieri. Da notare il contrasto tra diluvio (=acqua) che proviene da un deserto.
39 per inondar-e. Continua la metafora che paragona gli eserciti stranieri ad una alluvione.
40 se per mezzo delle nostre stesse mani (cioè per opera degli stessi italiani).
41 questo ne avviene. 'ne' cioè da questa situazione. Rimane più chiaro: ci succede questo (la guerra).
42 allora.
43 fia è il congiuntivo del verbo latino fieri (diventare, essere) e quindi sia, o meglio: chi sarà.
44 che possa (potrà) sfuggire a questo (alla guerra).



ecco la parafrasi completa della seconda stanza:

Voi Signori ai quali la Fortuna ha messo in mano il comando
delle belle contrade d'Italia,
di cui sembra non abbiate nessuna pietà,
cosa fanno qui tanti soldati stranieri?
perché il verde terreno italiano
si deve sporcare di sangue barbaro?
Un ingannevole errore vi lusinga:
riuscite a vedere poco e vi sembra di essere lungimiranti,
perché nel vostro cuore cercate cercate un amore o una fede venale.
Colui che dispone di più soldati,
è chi sarà circondato da più nemici.
Che diluvio raccolto
in deserti stranieri
per inondare i dolci campi italiani!
Se per colpa di italiani
avviene questo
chi mai potrà sperare di scampare (alla guerra)?


naturalmente, come già accennato in altre occasioni, si tratta di una parafrasi possibile che può essere migliorata o perfezionata tenendo conto delle indicazioni delle note.

Alcune note storiche:



Petrarca inizia a denigrare (parlar male di) i mercenari da lui definiti 'tedeschi' perché provenienti dagli attuali cantoni svizzeri di lingua tedesca e dalla Baviera. Questi mercenari di lingua tedesca, durante circa due secoli furono sempre impegnati in qualsiasi guerra avvenisse nel nord Italia.
In Europa erano disponibili mercenari di ogni nazionalità e, a partire dal XIV secolo, la maggior parte delle “compagnie di ventura” (come saranno chiamati questi eserciti mercenari) operanti in Italia sarà formata in gran parte da italiani grazie alle iniziative del papa contro i mercenari stranieri, ma grazie soprattutto alla guerra dei Cent'anni (1337 – 1453) che richiamò in patria i mercenari dell'area tedesca e alle sollevazioni in Svizzera contro gli Asburgo.

I mercenari, utilizzati da tutti gli stati europei ma soprattutto dai piccoli stati italiani, fornivano servizi dubbi, sempre pronti a interferire nelle decisioni dei contrattanti e spesso minacciando di cambiare di lato durante le guerre (o addirittura durante le battaglie).
A parte un nucleo affidabile di militari 'professionisti' (in genere nobili decaduti), buona parte delle compagnie era composta (soprattutto nel caso dei mercenari svizzeri) da contadini che cercavano un'occupazione provvisoria (le guerre erano stagionali!) ma che si dedicavano poi al brigantaggio per sopravvivere fino alla prossima guerra incapaci di tornare alla vita anteriore.
Va ricordato che tali 'soldati' non ricevevano uno stipendio né cibo o assistenza e quindi vivevano rubando e uccidendo gli eserciti avversari ma soprattutto la popolazione civile impotente di fronte alla loro ferocia.

Una descrizione eccezionale di quanto detto viene fatta dal Manzoni nei suoi "i Promessi sposi" dove descrive il "passaggio" delle truppe mercenarie che nel 1628 (quindi tre secoli dopo l'epoca del Petrarca) andavano dalla Germania alla guerra di Mantova.