Annunci di compravendita di schiavi nel Brasile del XIX secolo.
Sulla “Gazeta” di Rio de Janeiro
del 6 maggio 1809
troviamo, sempre negli Avisos,
tra l'annuncio di un nuovo
libro
e l'offerta di vernici:
“Manca una negra giovane,
chiamata
Rita,
del popolo Benguella,
statura normale,
testa lunga,
con due orecchini di perline
in ogni orecchio;
chi ne abbia notizie
ne parli con la signora
Anna Emericiana
che abita nella via
sulla destra della Lapa do
Desterro, n. 33
che ricompenserà
chi gliela consegni o ne dia
notizie sicure1”.
Popolo Benguela:
venivano così definiti gli schiavi africani
imbarcati nella città di Benguela,
fondata nell'attuale Angola nel
1617.
Venivano imbarcati in questo porto schiavi
provenienti, in
realtà, da varie
e diverse tribù dell'interno.
È interessante sapere che su "Il Giornale italiano"
dello stesso giorno troviamo questa notizia
(nell'ambito anche dell'ossequio
all'occupazione francese dell'epoca):
"Caralambo Coidan, Mamourin Avloniti,
Gerasimo Coidan, Marco
Ferendinò,
Dionisio Condogonri, Gerasimo Pillarinò,
Giacomo Cassamagni, Dionisio Pillarinò,
Michele Pillarinò, Stati Ceſfalà,
Simone Ardavani, Spiro Curneli
e Dionisio Partido,
tutti di
professione marinai [di Cefalù],
sono stati liberati dalla schiavitù di Tripoli
in Barbaria,
per li buoni offici di quel signor Console Generale Francese,
e furono approvigionati sino a Patrasso,
per il loro
trasporto
non meno che per il loro mantenimento,
dal sig. Roussel
console di Francia in Canea."
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